Breaking Amish: al trash non c’è mai fine

Ah, la televisione, uno dei mali del nostro millennio. Da quando c’è Real Time sembra ormai palese che dietro a certi programmi ci sia lo zampino del Maligno, che induce in tentazione noi e i protagonisti dei programmi. Come liberarsi da questi mali, se non spegnendo la tv?

L’unico modo per resistere a una tentazione, è cedervi“, questo è quanto sosteneva il caro vecchio Oscar Wilde. Io e i quatto protagonisti di Breaking Amish abbiamo preso la citazione alla lettera: loro sono fuggiti dall’opprimente comunità per raggiungere New York e le bottiglie di alcolici, io ho guardato il programma perché incapace di resistere alla curiosità. E probabilmente dopo un altro paio di puntate, anche io vorrò raggiungere le bottiglie di alcolici.

Tanto per continuare sulla scia delle citazioni, i ragazzi Amish devono aver preso alla lettera anche William Blake quando diceva che “La via dell’eccesso conduce al palazzo della saggezza” e, stanchi di vivere nel Settecento e una volta appreso che siamo nel 2013, hanno deciso di scappare. Le telecamere di Real Time hanno ripreso tutte le loro emozioni e sensazioni  e per capire i motivi del successo che il programma sta ottenendo, bisogna conoscere un po’ più a fondo gli Amish.

Nelle comunità, sparse in diversi Stati americani (la più grande è in Ohio) gli Amish vivono seguendo ferree regole religiose e rifiutano ogni tipo di modernità. In Breaking Amish tra i quattro protagonisti c’è anche una ragazza Mennonita, proveniente da una comunità che usa addirittura il frigorifero, insomma, la versione evoluta dei cugini Amish, che si è arresa all’avvento dell’elettricità.

Ma passiamo ai protagonisti di questa nuova genialata propinataci da Real Time, che tutto appare tranne che realistica: Rebecca è cresciuta insieme ai nonni (da loro ha appreso l’usanza della dentiera) e vive un dubbio amletico. Se dovesse lasciare la comunità e suo nonno dovesse morire, lei non potrebbe tornare per i suoi funerali. Fuggire o no? Jeremiah è stato parecchio sfortunato, è stato adottato ma si è ritrovato in questo “pazzo mondo” di Amish e lo stesso vale per Sabrina; adottata anche lei, è finita tra i mennoniti e le galline, zappa la terra e spolvera gli oggetti natalizi in un negozio con la disinvoltura di un bradipo paralitico, ma tranquilli, tutto quello che vedete è reale! (Sarcasm mode on). Alla fine abbiamo Kate, la figlia del pastore, sempre sotto gli occhi di tutti che sogna di diventare una modella, ma si sente oppressa dal ruolo rivestito dal padre nella società in cui vive. Una volta finita davanti alle telecamere, viene cacciata via proprio dal papà: tra le cose che dovreste sapere sugli Amish, c’è che non possono farsi fotografare o riprendere, ma pare che la legge sia ferrea solo per la figlia del pastore ai fini del programma, perché i sorridentissimi (si fa per dire) familiari degli altri protagonisti, davanti alle telecamere sono addirittura in grado di esprimersi in senso compiuto.

Inutile dire che l’arrivo a New York per i quattro giovani Amish sia stato tanto stupefacente quanto traumatico, se ne vedono delle belle. Real Time ha sfornato l’ennesima trovata geniale che, come molte altre, continua a preoccuparmi non poco: prima ha reso fighe le malattie, tra i più grandi successi ci sono pustole giganti, accumulatori seriali e persone con ossessioni impensabili, la realtà che supera la fantasia, che pare ormai una certezza che un limite alle possibilità di questo canale non sia mai stato posto da nessuna divinità, vera o presunta.

Non abbiamo scampo, non possiamo liberarci dal male. Sebbene Breaking Amish sia visibilmente un programma forzato, recitato e impostato in maniera abbastanza scadente, per quanto riguarda il riscontro di pubblico, non c’è nulla da obiettare: perfino in Italia, dove gli Amish sono pura fantascienza, il successo è stato clamoroso.

Piccola chicca per i creduloni: sono emersi già i primi gossip sui quattro protagonisti di Breaking Amish. Jeremiah avrebbe lasciato la comunità quando aveva 18 anni e oggi ne ha 32, fatevi due conti. Come se non bastasse, ha messo su famiglia ed anche un carattere insopportabile, l’ex moglie lo ha denunciato per violenza domestica. Due dei protagonisti avrebbero addirittura figliato insieme, ma la produzione continua a negare. Poi guardate 5 minuti di programma per rendervi conto di quanto sia spontaneo e sarete voi ad avere voglia di fuggire. In Tibet magari, per disintossicarvi dai mali dei nostri giorni, dai blush di Clio e dall’eleganza forzata e ridicolizzata di Enzo Miccio.

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