Sanremo 2015: Emma Marrone: “Sarò elegante senza cambiare il mio stile”

Emma Marrone è pronta al debutto come presentatrice valletta bionda di Carlo Conti accanto ad Arisa e a Rocio Munos Morales sul palco del Festival di Sanremo 2015 in onda su Rai 1 dal 10 al 14 febbraio.

Intervistata da Qn non nasconde il suo entusiasmo e le sue paure in vista della sua esperienza.

Quando Carlo Conti mi ha proposto di fare il Festival come presentatrice mi è venuto un colpo. Non gli ho risposto subito perché è una risposta che meritava attenzione e dei pensieri. Poi mi sono detta: ho 30 anni, portati benissimo, probabilmente la proposta non me la farà più nessuno e alla fine non ho niente da perdere ma solo da guadagnare, riempio il mio zainetto di cose nuove e posso esprimermi in maniera diversa sul palco. Poi mi piaceva anche il contenuto con la musica al centro e con la possibilità di confrontarmi con un’altra collega-cantante.

Ha spiegato la cantante che non teme di ammette le sue debolezze.

Solo i fessi non hanno paura.

Ribadisce inoltre i suoi giudizi sulle colleghe.

La conoscevo, il suo mondo è molto simile al mio, è stato facile avere un rapporto confidenziale.

Ha detto di Arisa.

È di una semplicità e di un’umiltà che mi hanno spiazzato. Agli occhi del pubblico risulta una persona molto bella, se la si conosce la bellezza interiore supera quella esteriore. È una persona vera e a me le persone vere prendono sempre.

Ha detto parlando della fidanzata di Raoul Bova. 

E intanto per il palco di Sanremo Emma è anche pronta ad adattare il suo stile.

Sarò elegante ma senza cambiare il mio stile. Quello di Sanremo è un palco che merita eleganza.

Come sempre Emma non dimentica le sue origini e ribadisce la sua attenzione nei confronti della realtà con cui si trova a fare i conti l’Italia.

Vedo una crisi profonda, vedo la disoccupazione dei giovani. Vedo però un presidente della Repubblica che espresso pensieri moderni. Io sono cresciuta in una casa dove c’era un solo stipendio, quello di mio padre infermiere, con il mutuo e le vacanze che spesso e volentieri saltavano, ma dove non è mai mancata la dignità. Vorrei che l’Italia si riappropriasse di questo: della fondamentale dignità del lavoro. 

 

 

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