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X Factor stroncato da Il giornale, difeso da Antonello Venditti

X Factor, che lunedì ospiterà Miguel Bosè, Chiara Baschetti e Nek, è stato stroncato senza prova d’appello da Massimo Colombo de Il giornale, che ha vissuto personalmente la quinta puntata del talent show di Raidue.

La trasmissione X Factor è arrivata (crediamo stancamente) alla quinta puntata. Lo studio televisivo (tecnologie avanzatissime, 2400 metri quadrati, 800 posti), gioiello del polo Rai milanese, l’altra sera, come tutti i lunedì, si è trasformato in una specie di arena gladiatoria, imbottita di pubblico urlante che, pestando i piedi senza sosta come a una manifestazione sindacale, ha accompagnato (si fa per dire) i concorrenti nelle loro performance. Il trio degli svogliatissimi giudici (l’impomatata Simona Ventura, la matronesca Mara Maionchi, lo svanito Marco «Morgan» Castoldi), tristemente antipatici per motivi diversi e peculiari. I quali, ad ogni passaggio d’artista, ripetevano le stesse, ovvie, stucchevoli banalità, a corredo di uno stanco tormentone che può dire grazie soltanto al backstage. Vale a dire alla capacità della macchina produttiva, fatta di evidenti professionalità, nonché risorse tecniche e tecnologiche, che si trasfondono anzitutto in un impianto scenografico oggettivamente coinvolgente. Dimenticavamo: gli «special guest» Irene Grandi e Alessandro Gassman, pesci fuor d’acqua teneri e persi in quella bolgia infernale. Per il resto, solo noia.

Mentre la critica del quotidiano salva solo Francesco Facchinetti e i concorrenti, il cantautore romano Antonello Venditti difende a spada tratta X Factor:

X Factor mi piace molto, è fatto proprio bene perché parte da una base di verità. Credo che aiuti la musica: i ragazzi si abituano al sì e al no, come succede nella realtà di noi cantanti. Ma le bocciature dei giudici non sono mai definitive: il no è sempre di incoraggiamento perché l’xfactor ha bisogno delle condizioni giuste, anche emotive e caratteriali, per esprimersi. In più c’è la prospettiva del contratto con una multinazionale come la Sony. La caratteristica che preferisco è data dal fatto che i ragazzi cantino in inglese, non solo in italiano come a Sanremo. Insomma, la scelta delle canzoni è molto varia e i giudici sono bravi.

Voi da che parte state?

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