Cina, sospeso il reality shock

 Ding Yu, giornalista della televisione dell’ Henan realizza interviste con condannati a morte poche ore prima dell’esecuzione per il programma Interviste prima dell’ esecuzione, che va in onda il sabato, in prima serata, dal 2006, e che ha avuto fino a 40 milioni di spettatori. Secondo la rete televisiva americana Abc il programma sarebbe stato sospeso a partire da questa settimana. La notizia non è stata confermata né smentita dalla televisione dell’Henan. La britannica Bbc ha annunciato che lunedì prossimo manderà in onda un documentario sul programma e questo probabilmente ha allarmato le autorità cinesi. Guardando e ascoltando alcune delle interviste risulta difficile spiegarsi come Ding abbia ottenuto la collaborazione delle autorità provinciali per realizzare questo reality agghiacciante, nel quale i condannati vengono intervistati a distanza di poche ore, in alcuni casi di pochi minuti, dalla morte.

Il motivo dell’ autorizzazione da parte delle autorità sembra essere l’aver ritenuto che potesse servire a educare il pubblico, facendo diminuire la criminalità. Del resto è convinzione dei dirigenti politici e di buona parte dei cittadini cinesi che la pena di morte sia un atto di giustizia e che la paura dell’esecuzione sia un utile deterrente. Le esecuzioni capitali in Cina sono migliaia ogni anno, secondo i gruppi umanitari sarebbero tra le duemila e le ottomila all’ anno. Speriamo vivamente che il reality della vergogna sia stato veramente sospeso, ma soprattutto che il mondo faccia qualcosa per ciò che succede in Cina.

 

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