Pechino Express, Clementino: “Il rap può andare ovunque con un messaggio sociale”

Ex concorrente di Pechino Express, Clementino ha detto la sua sulla presenza dei rapper all’interno della televisione.

 

Troppo esposti? Sembrerebbe di sì anche se qualcuno da salvare nel calderone c’è ancora. 

Emis Killa a The Voice non mi è dispiaciuto, ma lui viene dalle gare di freestyle come me, è cresciuto in provincia. Io credo che il rap possa andare ovunque, purché porti un messaggio sociale. Se fatto bene, può andare anche al Tg1.

Ha detto Clementino intervistato da Vanity Fair.

Il mio ultimo album si chiama Miracolo!: il miracolo è stato sfuggire, non totalmente, ma abbastanza bene, alla merda intorno. Non sono nato né a Roma, né a Milano e neanche a Napoli centro, ma a Cimitile, dove c’è solo il primo campanile della cristianità. Arrivare a Mtv è stata una bella sfacchinata. Adesso gioco a biliardino con gli amici, la sera dopo vado a Sanremo e poi sto di nuovo al biliardino. Pure ai quartieri spagnoli ho tanti amici. Rimango coi piedi per terra, ma a testa alta.

Ha detto il rapper che sogna di diventare conduttore.

Quando facevo l’animatore, avevo un programma che si chiamava Clementime. Da solo intrattenevo la gente per un’ora e raccontavo storie, improvvisavo sketch, cantavo, facevo freestyle, cabaret. Sono un vulcano, come il Vesuvio mi piace stare sempre in mienzu.

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