Bon Jovi: “I talent show non danno del tempo a degli artisti in crescita”

 Intervistato da Larry King, John Bon Jovi, ha espresso la propria perplessità sull’efficacia dei talent show nel sistema musicale internazionale:

Questi programmi risultano un’arma a doppio taglio: possono non dare del tempo a degli artisti in crescita, di conseguenza i talenti sono destinati a morire in fretta. Se il primo album di un vincitore di talent non funziona, si butta tutto a mare senza aspettare la seconda o terza prova d’appello. Una volta non era così. I primi due cd di Bruce Springsteen, ad esempio, furono quasi totalmente ignorati; il Boss esplose solamente col suo terzo lavoro discografico.

Ha aggiunto:

Bob Dylan, Bruce Springsteen, Tom Petty, potrei farti una intera lista di persone che sarebbero state eliminate da un talent. Questi ragazzi che vanno agli show televisivi, sono molto tecnici, intendo che sono dei bravi cantanti, ma non è ciò a fare un artista. Vengono gettati sotto il riflettore, e ci sono 30 milioni di persone che ti guardano; se uno vince, fa meglio ad avere un brano di successo pronto già per il giorno dopo. Io ho avuto 21 anni per scrivere il primo disco. E, dopo, uno o due anni per sviluppare una personalità da palco. Quindi per quei ragazzi di adesso è molto dura.

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