Fabrizio Corona: “Il carcere mi ha salvato, ma stare qui è come essere morti”

 Fabrizio Corona, dopo 14 mesi trascorsi in carcere, racconta di come la detenzione gli abbia salvato la vita e fatto capire quali sono le cose davvero importanti, ma afferma anche che stare in carcere è come essere morti.L’imprenditore, in un’intervista e al Corriere della Sera confida quanto gli manchi il figlio Carlos:

Mi manca tantissimo mio figlio e mi mancano da morire le emozioni quotidiane che la vita ti dà. Qui, in parte, è come essere morti.

Corona spiega come lo ha cambiato il carcere:

Sono sempre lo stesso, il dna non lo puoi cambiare, ma il carcere mi ha salvato la vita, mi ha fatto ritornare con i piedi per terra. E’ riuscito a fermare un treno in corsa perenne da anni, che aveva alzato troppo l’asticella del limite. Però sono migliorato, in tante cose. Sono più vero, più lucido e più uomo perché ho visto gente soffrire e morire, ho visto il tormento, la paura, lo sconforto, la vera solitudine e l’abbandono, ho capito cosa sono la cattiveria e la vera violenza.Tutto questo mi ha reso più forte.

Fabrizio svela qua’è il suo sogno quando uscirà:

Vado a scuola a prendere mio figlio. È un anno che mi immagino questa scena, e so che solo quando lo vedrò uscire mi renderò conto di quante cose ho buttato nella mia vita, quante cose ho veramente perso.

Forse è proprio questa la peggiore delle condanne.

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