Marco Mengoni: “Non mi sono montato la testa”

 Intervistato da Albatross, Marco Mengoni si è raccontato a 360 gradi, senza tralasciare nessuno aspetto della sua vita: l’amore per la musica, il trionfo ad X Factor, l’affetto dei fan ed un terzo posto a Sanremo che ha il sapore dell’incredulità. Ma come è nato, Re Matto, l’appellativo che ha dato persino il nome al suo tour?

Un pò per prendermi in giro…quando esci da X Factor, vieni in un certo senso incoronato, ti fanno sentire importante, poi quando torni a casa ti rendi conto di essere lo stesso di prima, vi è una sorta di annullamento della regalità…anche se me lo sento cucito addosso.

Il giovane cantante ricorda come è nata la collaborazione con Luca Tommassini, a cui è affidata la regia della sua tournèe:

Ci siamo incontrati in Rai e mi sono trovato subito benissimo. Mi sto circondando di persone che mi danno tanto personalmente parlando, insomma mi stanno regalando tante cose.

Ma qual’è la formula vincente del suo successo?

L’importante è essere se stessi, e sbattere la testa senza rassegnarsi di fronte alle difficoltà.

L’interprete ha dichiarato, inoltre, di far tesoro delle critiche mosse dai suoi detrattori:

Se su dieci due sono negative, mi fisso su quelle, anche se penso che chi non mi sopporta non dovrebbe scrivere di me. Io non calcolo chi non mi piace, anche se ritengo che la libertà di giudizio e d’espressione sia molto più bella.

Ancora vivo il ricordo dell’ultimo Festival di Sanremo, anche se Marco confessa di non volerla ripetere tanto presto:

E’ stata un’esperienza molto intensa. Ti svegli e subito dopo la colazione incominciano le interviste…da sfinimento mentale e fisico.

E se non avesse partecipato ad X Factor:

Sono sempre stato ambizioso ma con i piedi per terra anche se non è oro tutto quello che luccica: il mondo ha i suoi limiti, si deve scendere a compromessi.

E a chi l’accusa di essersi montato la testa, Mengoni risponde seccamente:

C’è l’avevo già montata la testa anche prima! I miei amici mi accusano di non rispondere a telefono, ma non ce la facevo anche prima, odio quel tipo di tecnologia.

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