Sara Tommasi e il rap contro il signoraggio bancario

Sara Tommasi ha dichiarato di essere tornata finalmente sana dopo un periodo piuttosto difficile, ma a giudicare dal suo ultimo video, la disinvoltura e la naturalezza sembrano essere rimaste quelle del chiacchierato film porno. Ecco il video del rap contro il signoraggio bancario che ha realizzato con Flycat.

Sara Tommasi rapper? Più o meno. Date un’occhiata al video di Cacciamo i mercanti dal tempio e sicuramente rimpiangerete le trovate di Alfonso Luigi Marra, che tra la Tommasi stessa, Manuela Arcuri e Ruby, si era già collocato tra i detentori dello scettro del trash.

Sara Tommasi non è da meno, qui la vediamo insieme al rapper Flycat, entrambi schierati contro il signoraggio bancario a ritmo di rap. Lei rimane sullo sfondo, ogni tanto si avvicina, le movenze sono più innaturali di quelle di un burattino e lo sguardo non è più sveglio di quello che aveva sfoggiato nel suo film porno. Insomma, Sara non sembra essere cambiata affatto o, se vogliamo dirla diversamente, non ha fatto progressi. Se è invece per il trash che vogliamo premiarla, allora incoronatela subito!

GUARDA IL VIDEO

2 commenti su “Sara Tommasi e il rap contro il signoraggio bancario”

  1. Ho letto su un libro di Marra che la gelosia è una pulsione importantissima perché serve a bloccare le proposte di cambiamento fin quando non diviene certo che sono convenienti. Quando cioè qualcuno dice o fa cose che c’è rischio possano produrre cambiamenti, negli individui, specie nei più rozzi (che non hanno ‘mediatori’ interiori: educazione, sensibilità ecc.), scatta, per fermarlo, la gelosia.
    È chiaro cioè che, salvo eccezioni, quella percentuale millesimale che si prende la briga di commentare è fatta di soggetti che soffrono all’idea che Flycat, Sara o Marra possano ‘diversificarsi’ (affermarsi) producendo cambiamenti. Salvo che non si tratti di influencer, il ‘popolo degli insultatori’ è in pratica fatto sempre dagli stessi quattro dementi i quali, non avendo nulla da dire, ma non volendo rinunziare ad ‘esprimersi’, lo fanno insultando perché è l’unico modo in cui gli riesce. Questo video, comunque, è davvero molto bello.
    Avv.Raffaele Ferrante

    Rispondi
  2. • Marra: Mattanza iniziata: la Corte dei Conti obbliga gli enti ad agire per il recupero dei derivati.
    La Corte dei Conti ha in sostanza statuito che gli enti devono far causa alle banche per il recupero dei danni da derivati. È cioè finalmente giunta (lento pede) a ravvisare la responsabilità civile e penale degli amministratori ove non agiscano. Aggiunge la Corte che gli enti possono contare sulle notevoli aperture sia dei giudici ordinari che dei giudici amministrativi. Va però detto che è proprio per la totale mancanza di apertura della magistratura verso le cause dei cittadini (una lotta che personalmente mi impegna da 33 anni) che le banche hanno potuto fare e fanno quel che vogliono, non solo nel campo dei derivati, ma soprattutto nei conti correnti affidati (anatocismo, commissioni di massimo scoperto, accredito differito dei versamenti eccetera), oltre che nei mutui. La cifra dei derivati (160 miliardi) è cioè nulla rispetto alla cifra di cui le banche si sono indebitamente appropriate nei fidi sui conti correnti. Basti pensare che, ogni 100.000 euro, i correntisti affidati hanno pagato, per anatocismo (addebito trimestrale dei tassi passivi), 204.000 euro in più di quanto avrebbero pagato se gli interessi fossero stati addebitati annualmente. Ancor oggi noi avvocati dobbiamo subire l’orientamento (incredibile) della magistratura, secondo la quale l’anatocismo è legittimo se viene applicato sia all’attivo che al passivo, trascurando però che, mentre al passivo i (veri) tassi medi sono stati del 13,8%, all’attivo hanno percentuali da prefisso telefonico. Senza contare che si è fatta sfuggire (la magistratura) che chi è affidato non ha di norma saldi attivi sui cui applicare alcun tasso. Alfonso Luigi Marra

    Rispondi

Lascia un commento