Uomini e donne, il padre di Antonello Zara: “Chiederò che venga fatta giustizia ai magistra­ti di Strasburgo”

 Valter Za­ra, padre di Anto­nello, ex tronista morto in seguito ad un incidente stradale in Costa Smeralda nel 2008, grida la sua rabbia a Cronaca qui.

Ad averlo ucciso è stato un 20enne monzese, Matteo Sgari­boldi, che viaggiava contromano e che ha avuto soltanto un anno di reclusio­ne (pena che è stata sospesa), il ritiro della patente per 18 mesi e  una multa per eccesso di velocità.

Valter, insieme alla moglie Patrizia, spiega il suo forte disappunto per quanto deciso dalla giustizia italiana in queste parole:

il mio più gran­de tormento è che in questa sto­ria non c’è stata verità. Abbiamo perso il nostro unico figlio, investito da un’auto killer che andava contromano, ma non è accettabile che la giu­stizia tuteli prima i colpevoli. Quella tragica notte infatti, la polizia intervenuta ha sottoposto Antonello al test del­l’alcol e della droga, nonostante fosse la vittima agonizzante, e ha mandato a casa, senza alcun esa­me, il ventenne monzese alla gui­da del Bmw che viaggiava con­tromano, perché diceva che si sentiva stanco. Non è un dettaglio di poco conto il fatto che l’investi­tore abbia potuto abbandonare il luogo dell’incidente senza esse­re sottoposto ai test. Che razza di giustizia è questa?

Il papà di Antonello aggiunge che da allora la sua vita non è stata più la stessa:

mi sveglio sempre verso le 4 di notte, l’ora in cui mio figlio ha perso la vita. Quella sera Anto­nello era felice ed era uscito con lo scooter per passare qualche ora in compagnia di alcuni ami­ci. Aveva da poco partecipato a una puntata di Uomini e Don­ne e aveva appena ricevuto la proposta per una parte da attore in un film. Era pieno di sogni da realizzare, ma l’epilogo è stato tragico.

Il signor Zara ribadisce di essere alquanto amareggiato:

nessuno ci ha reso giustizia, a partire dai due agenti che non hanno fatto l’esame del palloncino e il drug test al conducente dell’auto kil­ler. Ma naturalmente non mi voglio arrendere. Ho già contat­tato un legale per portare avanti la mia battaglia alla Corte di giustizia europea. Chiederò che venga fatta giustizia ai magistra­ti di Strasburgo, visto che la giustizia italiana non lo ha fat­to.

Ci uniamo alla famiglia Zara nel dolore. Ci auguriamo che venga fatta giustizia al più presto.

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