Fear Factor: la paura va in onda

 In palio ci sono cinquanta mila dollari e i partecipanti devono affrontare delle prove cercando di avere la meglio sugli altri: in prima battuta tre donne contro tre uomini e nelle ultime stagioni due squadre legate da rapporti di amicizia o di parentela. Sembrerebbe un gioco qualsiasi, niente di nuovo insomma. Invece, a ben guardare, qui si va oltre la capacità fisica: qui si parla di paura allo stato puro, non a caso lo show targato NBC è intitolato Fear Factor. Le donne non sono le prime ad essere date per spacciate.

Qui i partecipanti di solito devono mangiare ogni tipo di specie rivoltante per il reality game del second stunt (sarebbe a dire la seconda prova), pensato apposta per darsi da fare con le teste della gente. Hmm dici “come una sfida mentale per uno sportivo”; diciamo “ non posso credere che essere legato con delle cinghie alla ruota di un telaio con degli scorpioni brulicanti sul caschetto abbiano mai spaventato qualcuno a morte.”

Gli animalisti si sono più volte indignati a vedere come dei topi o degli alligatori venissero impiegati nelle prove di questo show: anche se spesso, alla fine, quelli che facevano una brutta fine erano proprio quest’ultimi, si è dimostrata una certa crudeltà verso questi esseri viventi.

Onore al merito per la categoria “Può causare un attacco di cuore” che include Fear Factor, un breve disastro nel quale i concorrenti venivano mandati in un luogo terrificante per vedere se era infestato dai fantasmi e Solitary, un breve “esperimento sociale” serie su Fox Reality in cui i concorrenti dovevano rimanere in isolamento e potevano comunicare solo con un computer chiamato Val. A questo punto non c’è da stupirsi se alcuni telespettatori abbiano accolto con piacere la fine di questo programma, soprattutto per il fatto che in molti erano convinti che gli Americani apparissero totalmente egoisti e pronti a tutto per un bel gruzzolo di soldi.

Lascia un commento