Kledi Kadiu: “I talent vengono percepiti come una strada facile per il successo”

 Attualmente impegnato a teatro con Non solo bolero in coppia con Emanuela Bianchini e la Compagnia Mvula Sungani, Kledi Kadiu, uno dei più apprezzati professionisti di Amici, rifiuta l’appellativo di sex symbol (Fonte Repubblica):

A me non piace neanche l’espressione in sé. Uno perché non mi ci sento, due perché vorrei essere apprezzato per il mio valore professionale, per quello che riesco a trasmettere come artista. Invece la proiezione televisiva e patinata della mia immagine, come quella di chi è diventato famoso nella danza con trasmissioni e talent show, sta compromettendo anche l’approccio dei giovani alla danza.

E l’impatto emotivo sui giovani artisti?

I ragazzi sono sempre più superficiali. Io vengo dalla classica e ho dovuto faticare moltissimo per imparare e migliorarmi. Oggi invece i ragazzi arrivano negli stage e non ti ascoltano. Credono che basti aver fatto lezione con Kledi o Ambeta per essere danzatori. E’ come se a loro bastasse poterlo scrivere sul curriculum.

In questo senso, la scuola di Maria De Filippi ha contribuito in maniera sostanziale:

Andate a vedere chi, fra quelli che hanno partecipato al programma, ha poi avuto un posto nei corpi di ballo italiani o nei cast televisivi. Soli quelli bravi. Poi che i talent vengano percepiti come una strada facile di accesso al successo è vero. E purtroppo la tendenza è sempre più negativa.

Il ballerino albanese giustifica la scelta di aver tentato la strada della televisione per farsi conoscere nel nostro Belpaese:

Intanto faccio anche molto teatro, tanto che fino a gennaio non potrò tornare in televisione. Poi ho scelto il piccolo schermo per tante ragioni: ambizione, voglia di emergere e forse sono stato influenzato anch’io da quello che vedevo dall’Albania della televisione italiana. Ma il cammino di fortuna è iniziato con un episodio sfortunato. Poco dopo essere arrivato in Italia, nel 1994, mi piazzai bene in un concorso per entrare al teatro di Verona. Fui scavalcato perché, secondo il regolamento di allora, in graduatoria dovevano avere priorità i cittadini comunitari.

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