Nell’ambito dell’iniziativa #WIDG – La tv che vorrei, Giancarlo De Andreis (ideatore e autore di Ballando con le stelle assieme a Milly Carlucci, Claudio Fasulo, Maddalena De Panfilis, Simone Di Rosa, Giovanni Giuliani, Simone Pippo, Gilda De Vivo, Svevo Tognalini) ha illustrato il suo punto di vista sul sottile legame tra tv di qualità e Auditel.
Puo’ un talent come Ballando essere sinonimo di qualità o il formato lo esclude a prescindere?
Dal mio punto di vista è come chiedere all’oste se il vino è buono… Ballando è un ottimo prodotto di qualità. Non è un caso che, da otto anni, il programma riceve l’Oscar della qualità sul giudizio di autorevoli giornalisti e addetti ai lavori come Renzo Arbore che l’hanno premiato per un’innata eleganza. Ci sono tantissimi altri talent sintomo di qualità come X Factor o Masterchef, ovviamente rivolti ad un pubblico di nicchia (quello che guarda la tv satellitare). Ovviamente anche un talk show puo’ essere o no di qualità. Non è obbligatorio che un genere possa essere qualitativamente più alto di un altro. Dipende da che tipo di programma realizzi e in che modo lo costruisci. Il talent puo’ essere sicuramente di qualità se inteso come varietà di intrattenimento moderno. Nel nostro talent ci sono elementi edulcorati di reality ma tantissime altre componenti da varietà: la messa in scena, i numeri di ballo ecc…
Che valore dai all’Auditel come unico metro di giudizio per stabilire la forza di un programma?