All’inizio di ogni stagione il conduttore Phil Keogan incitava così i concorrenti: “Il mondo vi aspetta. Buona fortuna. Viaggiate con cautela. Via!” Infatti di fortuna ce ne vuole molta per questi gruppi di persone che devono percorrere delle tappe prestabilite con i vari mezzi che hanno a loro disposizione evitando di rimanere ultimi. Per questo devono dimenticare le serie infinite di voli in classe economica e gli incontri a sorpresa di una squadra di una gara podistica: alcune di quelle sfide “Roadblock” (prova che deve essere eseguita da un solo componente del gruppo come mangiare quasi due chili di carne dalla dubbia provenienza o essere imbragati in una caverna nel buio pesto!) presuppone una seria minaccia.
Per non parlare del pericolo potenziale che comporta l’essere faccia a faccia con, dice un bodybuilder lituano, chi davvero non vuole essere interpellato su dove andare per trovare le trappole per turisti. In inglese. Questo ed altro accade nel TAR, abbreviazione per The Amazing Race, dove i concorrenti devono superare delle prove inerenti alla cultura del paese nel quale si trovano.